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10 aprile 2021
Rolling Stone Magazine


Con il suo lavoro più recente, basato su quadri dal cromatismo accesissimo, su tessiture quasi
lisergiche e su citazioni della scultura greca e romana, Arrigo Musti dialoga paradossalmente con il
volto reale della classicità: riscoprendone mescolanze e contaminazioni e dando nuova vita a quel
colore che oggi sembriamo aver dimenticato nella nostra visione falsata di un’antichità
completamente bianca.
La pittura di Musti è composta infatti da una materia vibrante e quasi acida, da texture e gocciolature,
da superfici tattili e smaltate dove, come sommerse, pulsano le memorie delle antiche sculture, in una
sorta di mondo parallelo, subacqueo e onirico, in cui millenari frammenti iconici sembrano emergere
dall’inconscio collettivo di tutto il Mediterraneo.
Musti, tra l’altro, lavora spesso sulle stesse matrici figurative, citando volutamente spesso la
medesima opera antica, componendo una sorta di immensa variazione su un unico tema visivo in
dialogo esplicito non solo con la serialità pop di Andy Warhol, ma anche con quella di Giorgio de
Chirico, che amava replicare e ripetere le sue opere suscitando per questo l’ammirazione dello stesso
Warhol.
Grazie a questi cardini del suo lavoro e in una sintonia che supera il tempo, Musti si connette quindi a
uno degli elementi centrali della diffusione dei modelli della scultura antica, che nel mondo romano
erano noti per una massiccia produzione di copie basata proprio su quella serialità che, in
quest’ottica, è stata recentemente indagata e riproposta da importanti mostre tra Milano, Venezia e
Roma.
Come insegnava Maurizio Calvesi ai suoi allievi, facendo un paragone tra Caravaggio e Guttuso, spesso
l’arte contemporanea ci è utile a comprendere anche l’arte dei secoli passati e Musti, in questo caso,
ci aiuta a comprendere e a vedere il volto smarrito delle statue antiche, a ritrovare la memoria della
loro policromia, a riscoprire quel colore che le ravvivava e che il tempo ha portato via raggelando le
fattezze di opere che volevano avere un (iper)realismo assoluto, armonizzandosi, nella loro volontà di
mimesi, alla varietà dei colori del mondo.
Arrigo Musti è consapevole tuttavia che quel colore è oramai perduto e che la sua evocazione può
animarsi come un sogno o una visione, nell’elegia di un’antichità che oggi possiamo solo immaginare,
come se il tempo degli orologi si interrompesse e si aprisse davanti ai nostri lo spettacolo dell’origine,
in una sorta di eterno ritorno dove ritroviamo il profumo di fioriture millenarie e dove gli dei ci
sorridono e danzano, rinati e riapparsi dalle terre inesplorate dell’inconscio.
Lorenzo Canova
(Roma 1967), storico dell’arte, curatore e critico d’arte.
Dottore di ricerca in Storia dell’arte presso l’U- niversità di Roma “La Sapienza”, è professore
associato di Storia dell’Arte Contemporanea presso il Dipartimento di Scienze Umanistiche,
Sociali e della Formazione dell’Università degli Studi del Molise.
Si occupa di arte moderna e contemporanea, con una particolare attenzione all’arte del
Cinquecento romano, all’arte della seconda metà del Novecento e all’arte delle ultime
generazioni italiane e internazionali.
Ha curato mostre in musei e spazi pubblici italiani e internazionali.
È fondatore e direttore dell’ARATRO – Archivio delle Arti Elettroniche- Laboratorio per l’Arte
Contemporanea, Università degli Studi del Mo- lise, Campobasso. È componente del
consiglio scientifico e del board della Fondazione Giorgio e Isa de Chirico.







Abyss
enamel on iron
cm 336x385x7
2015
Arab Norman
Lanza Branciforte
Castle
Trabia (Sicily)

Drops serie
mixed media on iron
Drops
Civic Museum of Castelbuono (PA)
curated by Lorenzo Canova
2014





Rain exhibition
by Arrigo Musti
texts by
Maurizio Calvesi ed Augusta Monferini
Ohio - Wright State University
october 2008
Arrigo Musti
lecture




SALUTI
ACCOGLI I VISITATORI CON UN MESSAGGIO DI BENVENUTO













Un secolo di passione
cm 200x210
olio su tela
Provincia Regionale di Palermo
Palazzo Comitini
2005
collezione d'arte contemporanea permanente
percorso espositivo "sala gialla"
Atlante dell'Arte
Contemporanea
2021
De Agostini



_edi.jpg)
Nameless
mostra personale a cura di Marisa Vescovo
Complesso monumentale di Vicolo Valdina iRoma
Sale della Sagrestia e del Cenacolo.
Camera dei Deputati
a sinistra Acid rain 2
tecnica mista a olio su tela
cm 300x200
2009








54esima Biennale di Venezia
2011
Padiglione Italia
Arsenale di Venezia
a cura di Vittorio Sgarbi
su scelta di Giuseppe Tornatore
regista
opere esposte
singing in the blood rain triptych
(in basso)
self portrait
(a sinistra)




Christie's auction
The Hague The Netherlands
may 2008
on the left
Te Times newspaper
at the right
Rolling Stone magazine

Arrigo Musti
I suoi lavori partecipano a numerose mostre personali e collettive in gallerie d’arte contemporanea e musei in Italia, Inghilterra, Olanda, Stati Uniti, ecc.
Nel 2008 la casa Christie’s mette all’asta alcuni dipinti di Arrigo in Olanda, L’Aia.
Nel 2009 una mostra personale “Rain” a cura dello storico dell’arte Maurizio Calvesi (leone d’oro alla carriera, Biennale Venezia 2020) si è tenuta al Missing Peace Art Space ed alla Wright State University OHIO, USA.
Nel 2011, partecipa alla 54° Biennale di Venezia - Venezia Arsenale - curata da Vittorio Sgarbi, su scelta del premio Oscar Giuseppe Tornatore.
L’anno successivo è allestita la mostra personale dal titolo “Nameless”, presso la Camera dei Deputati (Montecitorio – Roma) a cura di Marisa Vescovo.
Dei suoi lavori fanno parte di collezioni pubbliche e private, e di esposizioni permanenti e temporanee. Tra queste ultime: il Tribunale Penale Internazionale dell’Aja (Nazioni Unite), la Fondazione Orestiadi di Gibellina (TP) il museo Guttuso (PA), il Museo dei Bretti ed Enotri (CZ), Museo Civico di Rende, la Fondazione Sant’Elia (PA), il Palazzo Comitini (museo della provincia di Palermo), il Museo Marino Marini di Firenze, il convitto delle arti Noto (SR), il Palazzo di Giustizia di Palermo, etc.
Riceve a Roma, Camera dei Deputati (Palazzo Marino), il “Premio Internazionale Italia-Usa 2014” della omonima Fondazione Italia - USA.
Le sue opere sono state poste in asta da Christie’s e successivamente acquistate dalle Nazioni Unite ed esposte il tribunale internazionale dell’Aja, Olanda.
Nel 2012 arriva finalista al concorso mondiale su arte e bioetica dell’Unesco.
Nel 2014 una mostra personale dal titolo: ”Impop” si è tenuta presso i Musei di Villa Torlonia (Roma) curata dallo storico dell’arte prof. Lorenzo Canova.
I suoi lavori sono esposti in permanenza dalla Watergate Gallery, Washington D.C. USA. Recentemente ha collaborato con la curatrice d’arte del Princeton Art Museum, Annabelle Priestley e con lo storico dell’arte Lorenzo Canova , (New Jersey - USA) per la mostra italo statunitense TWIST, allestita nel 2019 al Museo Renato Guttuso in Bagheria (PA).
I lavori di Arrigo Musti, seppur in chiave metaforica e apparentemente anacronistica, trattano tematiche di attualità dai risvolti sociali, come i fenomeni d’integrazione tra culture diverse (e talora contrapposte come quella occidentale e la orientale) in un epoca di decadenza degli ideali alti e di esaltazione delle differenze. Il termine Impop, coniato dall’artista (vedi musei di Roma Capitale, personale del 2014) a differenza del Pop racchiude degli stimoli a riflettere ed a soffermarsi sui significati, nonostante le superfici lucide ed i colori lisergici usati nei lavori di Musti. Utillizza, a tal scopo, una pluralità di tecniche e materiali.
Disegna, inoltre, con l’architetto Anna Russo, una linea d’arredi d’interni e di maioliche che vengono esposte in prestigiose fiere di settore in Italia ed all’estero, tra le quali International Mebel Kiev.
Ha, inoltre, scritto, sceneggiato e diretto dei film corti, in lingua inglese con attori professioni- sti. Nel 2019 ha ricevuto prestigiosi premi e riconoscimenti negli Stati Uniti, nel sud America ed in Europa, tra cui miglior film al Top Shorts Film Festival ed il New York City International Films Infest Festival.
Dei suoi lavori hanno scritto prestigiosi quotidiani esteri tra i quali: The Washington Post, Rolling Stone e rinomate riviste specializzate internazionali ed italiane. Un suo recente lavoro fa parte di pubblicazioni dell’Organizzazione delle Nazioni Unite (IRMCT) e della Fondazione Konrad Adenauer. Altri lavori recenti sono esposti al Memorial Center di Srebrenica delle Nazioni (Bosnia Erzegovina).
L’Atlante dell’Arte De Agostini 2022 dedica una pagina all’artista, già presente nella enciclopedia Treccani. I suoi cataloghi sono presenti nelle più prestigiose biblioteche italiane ed estere, tra le quali lo Yad Vashem, in Israele.





